domenica 8 agosto 2010

* * * W I L L I A M S H A K E S P E A R E * * * - TUTTE LE OPERE

William Shakespeare


William Shakespeare nacque nell'aprile del 1564 (fu battezzato il 26, ma per tradizione la nascita si celebra il 23, giorno di San Giorgio patrono della nazione) a Stratford-upon-Avon, grosso centro del Warwickshire, a nord-ovest di Londra.

Nacque, terzo di otto figli, da una famiglia agiata: il padre, John, era un commerciante appartenente alla corporazione dei pellai e guantai ed arrivò ad essere eletto baglivo (sindaco) di Stradford, anche se durante la fanciullezza di William subì una serie di rovesci economici; la madre, Mary Arden, discendeva da un'antica famiglia di possidenti.

Il giovane William studiò probabilmente alla Grammar School di Stradford, ma poco sappiamo dei suoi primi anni di vita se non che a diciotto anni, nel novembre del 1582, sposò Anne Hathaway, di anni ventisei, e che probabilmente il matrimonio fu "un ripiego con cui egli riparò un atto di irriflessione giovanile" (Praz).

Sei mesi più tardi nacque la figlia Susanna a cui seguirono nel 1585 due gemelli, Hamnet e Judith. Con una moglie e tre figli da mantenere, oltre a fratelli e sorelle più giovani a cui provvedere, e un padre in cattive condizioni economiche, Shakespeare si trasferì a Londra in cerca di fortuna. I primi anni trascorsi nella capitale sono quelli in assoluto più misteriosi per quel che riguarda la biografia dell'autore, ma probabilmente egli lavorò come attore in diverse compagnie teatrali.

Il successivo riferimento storico certo è del 1592, quando ormai Shakespeare è già un drammaturgo affermato: è di quell'anno infatti la testimonianza del "rivale" Robert Greene che in un passo del suo A Groath's Worth of Wit bought with a Million Repentance (Un soldo di spirito comprato con un Milione di pentimento), noto anche come Groatsworth of Wit, lo attacca accusandolo di arrivismo. Ecco alcune righe del pamphlet:

C'è un nuovo venuto, cornacchia presuntuosa rimpannucciata con la nostre penne, con un cuore di tigre nella pelle di un attore, che si pretende di essere capace di snocciolare un verso sciolto come il più bravo tra di voi; e per di più, essendo un Gianni Tuttofare, s'è messo in testa d'essere l'unico "Scuoti-scena" del nostro paese [...].

Palese il gioco di parole che Greene fa storpiando in "Scuoti-scena" ("Shake-scene") il nome Shakespeare, che vuol dire "Scuoti-lancia".

Nei due anni successivi i teatri restarono chiusi a causa di un'epidemia di peste, e Shakespeare si dedicò alla composizione dei poemi Venere e Adone e Il ratto di Lucrezia (o Lo stupro di Lucrezia).

Nel 1594 risulta socio dei Chamberlain's Men (Attori della compagnia del Ciambellano, una compagnia teatrale che poi sotto Giacomo I prenderà il nome di King's Men, Attori della compagnia del re), diventa poi socio del nuovo teatro The Globe nel 1599. Negli anni successivi, grazie ai favori della Corte dei quali beneficiava la sua compagnia, egli godette di prosperità e successo dividendo le sue energie tra la composizione di drammi e di sonetti. Probabilmente intorno alla fine del primo decennio del '600 si ritirò a Stratford dove con i guadagni della professione aveva acquistato una casa patrizia con giardino, denominata "New Place", e dove il 25 marzo 1616 firmò il proprio testamento. Morì il 23 aprile del 1616 e il 25 venne sepolto nel coro della chiesa dell'Holy Trinity.

Shakespeare in vita non si preoccupò di dare alle stampe le sue opere, che circolavano in copie non autorizzate ricostruite dalla memoria di uno o più attori (i cosiddetti in quarto) e che chiaramente erano piene di errori. Nel 1623 due attori della compagnia di Shakespeare, John Heminges e Henry Condell, curarono un'edizione di trentasei opere dell'amico scomparso, denominata First Folio, che assieme ai precedenti in-quarto ha consentito un lavoro di ricostruzione filologica delle opere di Shakespeare. In quest'edizione comunque i plays non furono né datati né ordinati cronologicamente per cui ancora oggi molti dubbi impediscono una precisa datazione delle diverse opere.

A grandi linee, comunque, le composizioni di Shakespeare possono essere divise in quattro periodi:

• il primo, che va circa dal 1589 al 1595, di sperimentazione, di apprendimento delle tecniche di scrittura teatrale;

• il secondo (dal 1595 al 1600) dominato dalle "histories", dai drammi storici, come l'Enrico V, e dalle grandi commedie, Sogno di una notte di mezza estate, Molto rumore per nulla (Tanto trambusto per nulla, nella traduzione Raponi), Come vi piace (Come vi piaccia, nella traduzione Raponi), La dodicesima notte, ma che include anche tragedie del calibro di Romeo e Giulietta e Giulio Cesare;

• il terzo periodo è quello delle grandi tragedie, dal 1600 al 1608 circa, Amleto, Otello, Macbeth, Re Lear, Antonio e Cleopatra.

• Infine, l'ultimo periodo, dal 1608-9 al 1612, quello dei cosiddetti romances, da alcuni definite tragicommedie perché caratterizzate da una fuga verso atmosfere fiabesche, romanzesche (basti pensare a La tempesta).

È comunque un compito ingrato cercare di "riordinare" l'opera shakespeariana, caratterizzata com'è da una varietà ed una complessità di storie, personaggi, ambientazioni, temi, generi senza paragoni e che hanno giustamente reso il suo autore il più celebrato genio letterario di tutti i tempi.

Note biografiche a cura di Laura Barberi.

WILLIAM Shakespeare

A M L E T O – http://www.liberliber.it/biblioteca/s/shakespeare/amleto/pdf/amleto_p.pdf

In generale, nel panorama letterario di tutto il mondo, l'Amleto è una delle opere più famose e nello specifico della produzione shakesperiana è, senza dubbio, tra le opere maggiormente rappresentate del poeta e drammaturgo inglese. Fu scritta probabilmente tra il 1600 e l'estate del 1602 ed è stata tradotta in quasi ogni lingua del mondo.

In questa tragedia Shakespeare, attraverso una finta follia impersonificata da Amleto, descrive in modo pressoché perfetto il tema della vendetta, ma la particolarità e il fascino dell'opera risiedono proprio nel fatto che è ricca di sfaccettature, di contenuti, di argomenti che coesistono con il tema principale, e danno alla tragedia una veste nuova e moderna, anche se basata su una struttura convenzionale.

Amleto, principe di Danimarca, è un personaggio complesso e affascinante, ricco di sfumature e di contraddizioni. Attraverso Amleto e il suo desiderio di vendetta, Shakespeare svolge un'approfondita e accurata indagine sull'animo umano, snocciolando l'opera lungo un percorso che tocca diversi punti: dal potere all'incesto, dalla morte e il suicidio all'esistenza di un mondo soprannaturale, dai valori quali la castità, l'onore, la lealtà e l'amicizia alla mancanza di valori quali l'incostanza, l'ipocrisia e il tradimento, dai sentimenti positivi quali l'amore, alle emozioni esasperate quali l'odio e gelosia.

La trama

Sulle torri che cingono Elsinore, capitale di Danimarca: due soldati s’interrogano sul fantasma che nelle ultime sere sta facendo la sua comparsa, aspettando il cambio di mezzanotte. Al cambio, insieme alla sentinella arriva anche Orazio, amico del principe, chiamato dalla guardia a vigilare sullo strano fenomeno; i due salutano i commilitoni e aspettano soli la venuta del fantasma.

Lo spettro compare per la prima volta poco dopo la mezzanotte e si fa subito notare da Orazio per la somiglianza con il defunto sovrano però, nonostante gli incitamenti del secondo alla conversazione, rimane muto e poco dopo scompare. I due, in attesa di altre apparizioni, discutono sulla mobilitazione militare che si sta effettuando in Danimarca; Orazio spiega così a Marcello che il figlio di Fortebraccio sta riunendo un'armata ai confini della Norvegia, per riprendersi i territori che il padre ha perso in un duello con il defunto re. Prima dell'alba riappare il fantasma, ma quando è sul punto di parlare in seguito alle continue richieste di Orazio, canta il gallo e con questo suono scompare.

La scena si sposta ora nel consiglio reale da poco apertosi. Sono presenti: il re Claudio, la regina Gertrude, Amleto, il ciambellano Polonio, suo figlio Laerte, i due ambasciatori Cornelio e Voltimando, ed altri. Nella riunione viene per prima discussa la questione di Fortebraccio figlio, e viene deciso di mandare i due ambasciatori dal re di Norvegia suo zio per convincerlo ad indurre il nipote a più miti azioni. Poi Laerte chiede al re di poter partire alla volta della Francia e questo, assicuratosi che il giovane abbia ricevuto il permesso del padre, glielo permette. I due sovrani discutono poi con Amleto lamentandosi con lui per i suoi costumi luttuosi a due mesi dalla morte del padre, ma questi non sente ragioni e non pensa nemmeno a svestire il lutto. Rimasto poi solo, riflette sulla pochezza d'animo della madre che, solo un mese dopo la morte del marito, ha sposato il fratello di quest'ultimo.

Laerte, tornato a casa prima della partenza, nel dare l'addio alla sorella le raccomanda di non credere alle attenzioni che Amleto mostra verso di lei perché, anche se fossero vere, il suo ruolo di principe gli impedirebbe di sposarla. Poco dopo Polonio, giunto anche lui per gli ultimi saluti a Laerte, rinnova ad Ofelia le raccomandazioni del fratello, aggiungendo a queste il divieto d'incontrare Amleto se non in pubblico. Sempre prima della partenza del figlio, Polonio incarica Rinaldo, un suo servitore, di seguire Laerte ed informarsi sulla condotta di questo.

Orazio intanto va da Amleto e lo mette al corrente delle apparizioni di uno spirito con le sembianze del padre e del proprio presentimento che questi voglia parlare solamente con lui. Decidono quindi d'incontrarsi sulle mura verso le undici. Giunti sulle mura lo spirito fa la sua apparizione e chiede subito di parlare con il solo Amleto. Questo, intuendo che si tratta dello spirito del padre, accetta senza esitazioni. Quando rimangono soli, lo spettro svela ad Amleto questa tremenda verità: la moglie e il fratello di suo padre si amavano fin da prima della sua morte, e quest'ultimo, desideroso del suo trono, un pomeriggio, vedendolo addormentato in giardino, gli versò nell'orecchio un veleno mortale. Alla fine della tragica storia lo spettro chiede al giovane di vendicarlo, e questo accoglie senza indugiare la richiesta.

Tornato tra i suoi amici (Orazio e la guardia Marcello), nonostante le richieste di questi di svelare loro il contenuto del colloquio, Amleto resta muto e li fa anche giurare, aiutato in questo compito dalla voce dello spettro, di non parlare con nessuno delle apparizioni. Dopo l'incontro Amleto diventa ancora più tetro, ed i sovrani preoccupati mandano a chiamare Rosencrantz e Guildenstern (due amici dell'università) affinché indaghino sulla malinconia del principe. I due parlano a lungo con Amleto, e mossi dal sentimento di amicizia gli svelano anche il motivo della loro venuta; tentano comunque di rallegrare il principe sfruttando l'occasione dell'arrivo di una compagnia teatrale.

A questo evento Amleto si dimostra molto gioioso, ma non perché contento del nuovo svago che gli si prospetta, bensì perché ha ideato un piano per vedere se le informazioni dello spettro provengano davvero dallo spirito del padre o siano una demoniaca falsità usata per indurlo all'assassinio. I due amici vengono intanto richiamati dal re per sapere se hanno scoperto qualcosa sulla crisi di Amleto e su come si possa riportarlo ai vecchi svaghi. Presente anche Polonio, quando vede che i due non riescono a spiegare la causa dei problemi del principe, questo propone al re di verificare se la tristezza di Amleto derivi dal non vedere più Ofelia. Quindi, congedati Rosencrantz e Guildenstern e notando l'arrivo d'Amleto, Polonio, il re e la regina si nascondono lasciando sola Ofelia affinché si possa incontrare in modo “casuale” con Amleto. Amleto però giunge in quel momento in preda ai furori causatigli dalla rivelazione dello spettro, cosicché rifiuta ogni idea di vita coniugale ed alla povera Ofelia, che gli ricorda le vecchie promesse d'amore, consiglia di farsi suora terminando il loro dialogo con la tetra frase "Non avverranno più matrimoni e degli sposati uno morirà". Lo zio sentendo questa frase sospetta che Amleto possa aver intuito qualcosa dei suoi crimini, ed inizia quindi a prospettare l'idea di esiliarlo in Inghilterra con la scusa di qualche incarico amministrativo.

Amleto dopo ciò va dagli attori per raccomandare loro una buona interpretazione nello spettacolo della sera. Il suo piano infatti consiste nel verificare se le accuse dello spettro sono vere inscenando un dramma simile a quello accaduto e osservando le reazioni del re: se il re si fosse mostrato turbato, ciò avrebbe significato che le accuse del fantasma erano fondate. L'idea riesce al meglio: quando infatti c’è la scena dell'avvelenamento, il re esce incollerito dal teatro. Dopo ciò la madre, per placare la collera del re, chiama Amleto in camera sua per indurlo a spiegarsi con lo zio sui motivi della rappresentazione di quel dramma.

La regina intanto a colloquio con il re e Polonio stabilisce insieme a questi che quest'ultimo si nasconda nella sua camera, cosicché possa riferire al re le parole di Amleto. Amleto, mentre sfoga la sua collera con la madre, scambia Polonio per il re e lo uccide al grido di "un topo, un topo", ed alla fine porta senza alcun rimorso il corpo con sé per seppellirlo velocemente.

Saputo di quest'atto, il re conviene che si deve affrettare la sua partenza per la Gran Bretagna e manda Rosencrantz e Guildenstern a sollecitarlo per partire subito con la scusa del vento favorevole. Ofelia intanto giunge al palazzo in uno stato di completa pazzia perché, essendo venuta a sapere da alcune voci che il padre Polonio è stato ucciso, è stata sopraffatta dal nuovo dolore, aggiuntosi alla delusione amorosa inflittale da Amleto.

Amleto intanto, in cammino verso il porto per imbarcarsi per l'Inghilterra, incontra le armate di Fortebraccio che passano sul territorio danese per attaccare la Polonia. Informatosi presso i soldati dell'importanza del territorio, viene a sapere che è un terreno brullo e strategicamente inutile, ma che loro lo conquisteranno anche se ben difeso dai polacchi solamente per l'onore che deriva da una conquista. Ciò induce Amleto a riflettere sulla propria meschinità che gli fa lasciare invendicato l'assassinio del padre nonostante la richiesta di questo di una vendetta.

Laerte intanto, a cui sono giunte delle false voci secondo le quali suo padre è stato ucciso dal re, messosi alla guida di un'accozzaglia di criminali e avventurieri giunge in Danimarca, sbaraglia l'esercito danese e si presenta davanti al re chiedendogli conto sia della morte di Polonio sia dei mancati onori funebri. Il re dopo un lungo colloquio, durante il quale fa la sua patetica comparsa anche Ofelia, riesce a illustrare al furente Laerte tutta la verità, omettendo naturalmente il motivo della furia del principe.

Intanto arriva ad Orazio un messaggero con una lettera di Amleto in cui gli dice che di tutto l'equipaggio della nave lui solo è stato catturato dai pirati, e gli ordina di portare la lettera allegata a quella che sta leggendo al sovrano. Orazio manda subito un corriere al re che giunge verso la fine della sua discussione con Laerte. La missiva annuncia al sovrano l'imminente ritorno di Amleto in Danimarca.

Il re propone allora a Laerte, come mezzo di vendetta, di sfidare Amleto a duello, ma di smussare la spada dell'avversario, di intingere in un mortale veleno la propria e di riempire la coppa del vincitore di un altrettanto letale veleno nel caso vinca Amleto. Laerte acconsente.

Attenzione, nei capoversi che seguono viene svelato il finale...

Nel frattempo Ofelia, ormai pazza, si è suicidata gettandosi in un lago e due becchini le stanno scavando la fossa. Amleto passeggiando con Orazio passa di lì e s’interroga su quale nobildonna (perché solo una nobildonna potrebbe avere una sepoltura cristiana anche suicidandosi) debba esser seppellita lì. Quando vede il corteo funebre capisce tutto e non può fare a meno di accorrere sulla bara di Ofelia. Laerte, pieno di collera contro di lui, lo riempie d'insulti e lo sfida a duello. Il giorno seguente Amleto viene chiamato nella sala del re per la sfida che sarà all'ultimo sangue. Amleto però prima del duello si riconcilia con Laerte per mezzo di sincere scuse e dimostrazioni di stima.

Inizia il duello, e mentre questo si svolge la Regina chiede da bere, e beve alla coppa di vino avvelenata. I duellanti intanto si scambiano più volte le sciabole cosicché ognuno si ferisce con quella avvelenata. La prima a soccombere è la regina. Allora Laerte, pentito di aver escogitato un così ignobile piano, rivela tutto ad Amleto e poi muore per il veleno sulla punta del fioretto. La furia del principe si abbatte allora sul re che è costretto a bere dalla coppa con il veleno, e poco dopo muore.

Amleto è in fin di vita quando Orazio gli annuncia che Fortebraccio è appena tornato vittorioso dalla Polonia. Amleto allora lo propone come nuovo re e muore. Fortebraccio, giunto quindi al castello, sale sul trono in quanto quello con maggiori diritti a reclamarlo, e dispone grandi funerali per il defunto principe.

Sinossi tratta da Wikipedia e rielaborata da Simona Gemma
http://it.wikipedia.org/wiki/Amleto

ANTONIO e CLEOPATRA - http://www.liberliber.it/biblioteca/s/shakespeare/antonio_e_cleopatra/pdf/antoni_p.pdf

LA BISBETICA DOMATA - http://www.liberliber.it/biblioteca/s/shakespeare/la_bisbetica_addomesticata/pdf/la_bis_p.pdf

CIMBELINO - http://www.liberliber.it/biblioteca/s/shakespeare/cimbelino/pdf/cimbel_p.pdf

LA COMMEDIA DEGLI EQUIVOCI - http://www.liberliber.it/biblioteca/s/shakespeare/la_commedia_degli_equivoci/pdf/la_com_p.pdf

COME VI PIACCIA - http://www.liberliber.it/biblioteca/s/shakespeare/come_vi_piaccia/pdf/come_v_p.pdf

CORIOLANO - http://www.liberliber.it/biblioteca/s/shakespeare/coriolano/pdf/coriol_p.pdf

LA DODICESIMA NOTTE - http://www.liberliber.it/biblioteca/s/shakespeare/la_dodicesima_notte/pdf/dodice_p.pdf

I DUE GENTILUOMINI DI VERONA - http://www.liberliber.it/biblioteca/s/shakespeare/i_due_gentiluomini_di_verona/pdf/i_due__p.pdf

ENRICO IV - Parte I e II - http://www.liberliber.it/biblioteca/s/shakespeare/enrico_iv/pdf/enrico_p.pdf

ENRICO V - http://www.liberliber.it/biblioteca/s/shakespeare/enrico_v/pdf/enrico_p.pdf

LE GAIE MOGLI (comari) DI WINDSOR -                  http://www.liberliber.it/biblioteca/s/shakespeare/le_gaie_mogli_di_windsor/pdf/le_gai_p.pdf

GIULIO CESARE - http://www.liberliber.it/biblioteca/s/shakespeare/giulio_cesare/pdf/giulio_p.pdf

MACBETH- http://www.liberliber.it/biblioteca/s/shakespeare/macbeth/pdf/macbet_p.pdf

IL MERCANTE DI VENEZIA - http://www.liberliber.it/biblioteca/s/shakespeare/il_mercante_di_venezia/pdf/il_mer_p.pdf

MISURA PER MISURA - http://www.liberliber.it/biblioteca/s/shakespeare/misura_per_misura/pdf/misura_p.pdf

O T E L L O - http://www.liberliber.it/biblioteca/s/shakespeare/otello/pdf/otello_p.pdf

PENE D'AMORE PERDUTE - http://www.liberliber.it/biblioteca/s/shakespeare/pene_d_amore_perdute/pdf/pene_d_p.pdf

PERICLE, PRINCIPE DI TIRO - http://www.liberliber.it/biblioteca/s/shakespeare/pericle_principe_di_tiro/pdf/pericl_p.pdf

RACCONTO D'INVERNO - http://www.liberliber.it/biblioteca/s/shakespeare/il_racconto_d_inverno/pdf/il_rac_p.pdf

RE ENRICO VI - Prima Parte - http://www.liberliber.it/biblioteca/s/shakespeare/re_enrico_vi_prima_parte/pdf/re_enr_p.pdf

RE ENRICO VI - Seconda Parte - http://www.liberliber.it/biblioteca/s/shakespeare/re_enrico_vi_seconda_parte/pdf/re_enr_p.pdf

RE ENRICO VI - Terza Parte - http://www.liberliber.it/biblioteca/s/shakespeare/re_enrico_vi_terza_parte/pdf/re_enr_p.pdf

RE ENRICO VIII - http://www.liberliber.it/biblioteca/s/shakespeare/re_enrico_viii/pdf/re_enr_p.pdf

RE GIOVANNI - http://www.liberliber.it/biblioteca/s/shakespeare/re_giovanni/pdf/re_gio_p.pdf

RE LEAR - http://www.liberliber.it/biblioteca/s/shakespeare/re_lear/pdf/re_lea_p.pdf

RICCARDO II - http://www.liberliber.it/biblioteca/s/shakespeare/riccardo_ii/pdf/riccar_p.pdf

RICCARDO III - http://www.liberliber.it/biblioteca/s/shakespeare/riccardo_iii/pdf/riccar_p.pdf

ROMEO E GIULIETTA - http://www.liberliber.it/biblioteca/s/shakespeare/riccardo_iii/pdf/riccar_p.pdf

SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE - http://www.liberliber.it/biblioteca/s/shakespeare/sogno_di_una_notte_di_mezza_estate/pdf/sognod_p.pdf

TANTO TRAMBUSTO PER NULLA - http://www.liberliber.it/biblioteca/s/shakespeare/tanto_trambusto_per_nulla/pdf/tantot_p.pdf

LA TEMPESTA - http://www.liberliber.it/biblioteca/s/shakespeare/la_tempesta_traduzione_angeli/pdf/la_tem_p.pdf

TIMONE DI ATENE - http://www.liberliber.it/biblioteca/s/shakespeare/timone_di_atene/pdf/timone_p.pdf

TITO ANDRONICO - http://www.liberliber.it/biblioteca/s/shakespeare/tito_andronico/pdf/tito_a_p.pdf

TROILO E CRESSIDA - http://www.liberliber.it/biblioteca/s/shakespeare/troilo_e_cressida/pdf/troilo_p.pdf

TUTTO E' BENE QUEL CHE FINISCE BENE - http://www.liberliber.it/biblioteca/s/shakespeare/tutto_e_bene_quel_che_finisce_bene/pdf/tutto__p.pdf

{Ricerca: Alessandro Corsi - seiquattronove@gmail.com - T. 0761871717 - Cell 3452117621}

<§**§> LUCE INFINITA DELL'AMORE, DELLA COMPASSIONE, DELLA VERITA' <§**§>

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